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CHI SIAMO

LE ORIGINI DEL PROGETTO

CULTURE ECONOMY

L'ITALIA DEL PATRIMONIO UNESCO

ANTICA LUCANIA

TERRE DAL CUORE CALDO

FENOMENOLOGIA DEL TERRITORIO

DIETA MEDITERRANEA

RITI, TRADIZIONI E CONTAMINAZIONI DELLE CULTURE OCCIDENTALI

INNOVAZIONE E SVILUPPO TERRITORIALE

RUBRICHE

NUTRIZIONE E TERRITORIO

CHI SIAMO

LA VOCE DELLA CULTURA APPLICATA AL TERRITORIO

Energeo Magazine, il periodico bimestrale fondato nel 2008 da Edipress Communications, ha fornito e rappresentato la più completa ed esclusiva testimonianza di due significativi eventi dell’UNESCO e dell’ICOMOS, promossi a Firenze nel 2014. Ora il periodico, insieme al Centro Studi Santagata CSS‐EBLA, organizzazione no‐profit con sede a Torino, e alla Fondazione Patrimonio UNESCO Sicilia, vuole lanciare un progetto strategico per promuovere la voce della cultura applicata al territorio e le politiche unescane. Un’iniziativa destinata a raccogliere, conservare, ordinare e studiare le testimonianze che documentino la storia, l’economia, il lavoro, la vita quotidiana e familiare, il folklore, i dialetti, gli usi, i costumi, le attività professionali, letterarie, artistiche, religiose, artigiane, agricole e pastorali dei popoli che hanno vissuto e vivono nel BelPaese. In questo contesto si colloca anche la collaborazione con l’ITKI UNESCO, una banca dati mondiale (Traditional Knowledge World Bank) per gestire al meglio l’immenso patrimonio di conoscenze tradizionali. Tra i contorni di queste iniziative c’è la promozione del progetto culturale “Alla ricerca dei luoghi e dei riti dell’Antica Lucania”, che interessa un territorio considerato l’avamposto di Matera, designata Capitale Europea della Cultura 2019, definito dal grande nutrizionista americano Ancel Keys

 il “triangolo di lunga vita”. Le azioni per promuovere questo vastissimo territorio si intrecciano con la storia della Dieta Mediterranea, iscritta dall’UNESCO nella lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’ umanità. Le pagine del periodico hanno ripercorso la vicenda umana e scientifica dei coniugi Keys, i quali a Pioppi, nel Cilento, dove vissero, diedero vita ad uno studio approfondito sull’influenza della dieta sulla salute destinato a cambiare per sempre le conoscenze in tema di nutrizione umana. Un argomento quanto mai attuale, che il magazine, a conclusione di Expo 2015, intende, approfondire con rigorose indagini storiche e scientifiche. Lo staff di Energeo sviluppa anche in una newsletter tutte le tematiche care al periodico che da sempre è schierato dalla parte del territorio.

LE ORIGINI DEL PROGETTO EDITORIALE

DAL 2008 GUARDIAMO AL FUTURO

La scoperta di un territorio atipico, definito Distretto delle Energie rinnovabili in Toscana, con le biancane, il fuoco del profondo che sbuffa e freme, le fumarole e i getti di vapore, ha ispirato un progetto editoriale esclusivo. Si tratta di un mix di territorio, il cui paesaggio è stato già riconosciuto dall'UNESCO nel 2012 come Geopark. Da questo luogo particolarissimo Energeo Magazine mosse i primi passi nel 2008. Il periodico, edito dalla torinese Edipress Communications, società con una trentennale esperienza nell’editoria e nella comunicazione d’impresa, in sinergia con Promedia Srl che si occupa dello sviluppo dei progetti speciali, ha per mission la scoperta dei territori che rappresentano un classico esempio di paesaggio mutevole. In questi anni il periodico ha continuato ad andare alla ricerca della fenomenologia dei territori, con l’obiettivo di stabilire i contorni degli stessi, esplorando riti, tradizioni e contaminazioni alimentari, nonché avviando un’indagine sui processi che legano l’innovazione allo sviluppo territoriale. Energeo Magazine ha anche avviato una campagna per lanciare la "Grande Italia del patrimonio UNESCO". Il progetto è condiviso da CNI UNESCO, dalla Fondazione UNESCO Sicilia, ICOMOS Italia, dal Centro Studi UNESCO Silvia Santagata-EBLA e da ITKI UNESCO, nonchè dalla rispettive organizzazioni, riconosciute e supportate dall’UNESCO che mirano alla tutela e valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale del nostro Paese: l’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale UNESCO, la rete del Programma MAB (Man and the Biosphere) e dalla Rete Globale dei Geoparchi. Questa storia viaggia di pari passo con la nuova chiave di lettura dell'UNESCO sul paesaggio che ha ispirato sia il giornale, sia gli altri progetti ideati dalla testata torinese e condivisi da CNI UNESCO, ICOMOS Italia, Centro Studi Silvia Santagata-EBLA, ITKI UNESCO, Slow Food e la Fondazione Slow Food per la Biodiversità, e da tantissimi partners istituzionali, nonchè dai media ( TG2- TGR). Tutto ebbe inizio nell’ Area Geotermica della Toscana, precisamente nel Distretto delle Energie Rinnovabili.

IL CROCEVIA DELLE INIZIATIVE DI ENERGEO

Il Distretto delle Energie Rinnovabili rappresenta il crocevia, anche geografico, dove la contaminazione tra usi, tradizioni, riscoperta di colture alimentari di qualità, e cultura della sperimentazione, si coniuga con l'innovazione. Un processo che, partito dallo sfruttamento industriale dei soffioni boraciferi della Toscana, ha determinato le avveniristiche scelte di promuovere il trasferimento delle tecnologie per le energie rinnovabili, il rilancio del laboratorio sperimentale di Sesta, centro di eccellenza a livello mondiale, in collaborazione con qualificatissimi partners ( GE Oil & Gas) e avviare il “laboratorio di ricerca applicata in geotermia” di Larderello. Gli abitanti di questo territorio sanno convivere con i vapori, fluidi utilizzati all'interno del processo produttivo, in maniera da assicurare un risultato economico, dall'utilizzo in agricoltura, attraverso conoscenze tradizionali, ai processi industriali e al teleriscaldamento. Tant' è che alcuni produttori hanno costituito, nel 2009, una Comunità del Cibo per realizzare una vasta gamma di prodotti (formaggio, basilico, olio extravergine di oliva, vini Doc, salumi di cinta senese, pane tradizionale, dolci di castagne, pasta, marmellate, ortaggi), tutti ottenuti facendo ricorso ad energie rinnovabili, nel rispetto dell'ambiente e della filosofia di Slow Food "Buono, Pulito e Giusto”. Questi luoghi, considerati, a tutti gli effetti, all’avanguardia, costituiscono una vera e propria industria della memoria. La natura qui offre spettacoli di rara bellezza, i percorsi turistici consentono di scoprire monumenti insoliti e affascinanti: serbatoi, vapordotti, pozzi di produzione e di reiniezione, turbine, centrali alimentate con il fluido geotermico, scambiatori di calore. Si tratta di un hub strategico dove nascono continuamente nuove idee, si avviano nuovi progetti e si delineano interessanti iniziative legate allo sviluppo del territorio per valorizzare la risorsa geotermica. Uno straordinario e irripetibile modello di territorio, definito, appunto, distretto delle energie rinnovabili. A questo modello si ispira la RETE avviata da Energeo Magazine che applica un unico codice di lettura dei criteri di partnership necessari per stabilire l’ingresso in questo elenco speciale. Il periodico si presenta come strumento di comunicazione e di sapere innovativo, diventando asse di riferimento per gran parte delle strategie di azione sui territori partners, perché offre sempre nuove prospettive della sostenibilità, della salvaguardia della diversità, del controllo delle trasformazioni che si misurano sempre più non solo con gli aspetti "strutturali" socio-economici e dell'ecosistema, ma anche con gli aspetti "culturali" del paesaggio. Il periodico, in ogni numero stimola riflessioni tra necessità di conservazione e opportunità di sviluppo nell’ambito della Raccomandazione UNESCO sul Paesaggio Storico Urbano, mettendosi al servizio di altre comunità con azioni di sussidiarietà. Il periodico viene considerato, a pieno titolo, la rivista dei territori e rappresenta l’organo ufficiale dell’Associazione Geoturistica Terre dal Cuore Caldo “ Vulcani, Saperi, Sapori e Stili di Vita”. Il giornale si è fatto, altresì, promotore di un progetto ambizioso che riguarda l’area grande dell’Antica Lucania, un territorio che si prepara a diventare buffer zone di Matera, designata Capitale Europea della Cultura 2019. Un’area (l’Antica Magna Grecia) che è stata riconosciuta dall’UNESCO come Comunità emblematica della Dieta Mediterranea.

CULTURE ECONOMY

CULTURE ECONOMY

Energeo Magazine, la rivista dei territori, è stata l’unica pubblicazione a registrare il passaggio epocale avvenuto a Firenze, nell’ottobre 2014, al Forum Mondiale di Firenze, attraverso un nuovo modello di sviluppo economico, dedicato all’idea di una nuova società, capace di affrontare il cambio di paradigma individuato dall’UNESCO: la culture economy. In quella occasione il periodico intuì che stava entrando nel lessico comune una nuova locuzione, subito adottata come rubrica fissa dal periodico. L’iniziativa venne condivisa dal Centro Studi Silvia Santagata - Ebla (CSS-Ebla), organizzazione no-profit, con sede a Torino ( Reggia di Venaria), che si occupa di ricerca e formazione nel settore dell’economia della cultura e dei programmi UNESCO, promotrice del Centro UNESCO di categoria II sull’Economia della Cultura (ITRECH), i cui esperti si misero a disposizione per coordinare i lavori di questo importante spazio della rivista. Il Centro Studi Silvia Santagata - Ebla (CSS-Ebla), particolarmente attivo sia in ambito nazionale che internazionale, ha organizzato, in collaborazione con l'Ufficio Regionale dell'UNESCO per la Scienza e la Cultura in Europa, lo United Nations System Staff College (UNSSC), il Centro Internazionale di Formazione dell’ILO (CIF-OIL).

CULTURA E CREATIVITA’ PER FAVORIRE POLITICHE DI SVILUPPO SOSTENIBILE

L'idea di un'economia che sappia coniugare cultura e creatività facendoli diventare asset strategici per favorire politiche di sviluppo locale sostenibile, non è molto diffusa. È dalla fine degli anni Ottanta che si parla, invece, di sostenibilità, da quando cioè nel documento della Commissione mondiale sull’ambiente e lo sviluppo (Our Common Future, noto come rapporto Brundtland, 1987) venne introdotto il concetto di sviluppo sostenibile con la seguente dichiarazione: “L’umanità ha la possibilità di rendere sostenibile lo sviluppo, cioè di far sì che esso soddisfi i bisogni dell’attuale generazione senza compromettere la capacità delle generazioni future di rispondere ai loro”. Ne parla anche l’ICOMOS, che ha celebrato un mese dopo il Forum UNESCO, a Firenze, la 18° Assemblea generale con un Simposio scientifico sul tema "Eredità culturale e Paesaggio come diritto dell’uomo". Tra le mission dell’ICOMOS, quella di collaborare con l’UNESCO per valutare i Siti Patrimonio dell’Umanità, rappresenta un momento di sintesi delle competenze specialistiche dell’organizzazione. E’ un ruolo concreto in cui l’ICOMOS, advisor body del Comitato del Patrimonio Mondiale per l’implementazione della Convenzione UNESCO per il Patrimonio Mondiale, valuta le nomine e lo stato di conservazione dei beni iscritti nella World Heritage List. Energeo ha anticipato queste attualissime novità. L’editore, nel momento in cui la comunità internazionale sta definendo una nuova Agenda per lo sviluppo internazionale, ha realizzato un’edizione storica, pubblicando servizi in esclusiva, evidenziando le scelte dei partecipanti al Terzo Forum UNESCO e degli stessi delegati dell’ICOMOS. In entrambi i casi è stato sottoscritto un documento che sostiene l'integrazione della cultura nell'agenda dello sviluppo post-2015 che le Nazioni Unite hanno programmato di adottare a partire dall'autunno del 2015. Un lavoro nel quale sono state avanzate proposte e riflessioni sulle strategie efficaci per avviare un cambiamento radicale che ponga la cultura al centro delle future politiche per lo sviluppo sostenibile.

UN MODELLO DI SVILUPPO ECONOMICO

Ci troviamo di fronte ad un nuovo modello di sviluppo economico, come accadde quando fu coniata l’espressione green economy, una ventina di anni fa. L’economia verde nacque, nel 2006, dalla stesura del Rapporto Stern (economia mondiale minacciata dai cambiamenti climatici), ma se ne parlava già molti anni prima, addirittura all’inizio degli Anni ‘90. La stessa cosa avverrà per la culture economy, interessando l’industria culturale, un settore in forte crescita, come è stato avvalorato di recente dal MIBACT (ministero dei Beni e Attività culturali). Gli investimenti nel settore culturale sono il veicolo più importante per agganciare la ripresa, investire sulla crescita e creare nuova occupazione.

IL RUOLO DELL'UNESCO

L’UNESCO, sotto la guida di Irina Bokova, ha individuato la strada da percorrere per rimediare agli errori di valutazione fatti nel primo decennio del nuovo millennio per il mancato riconoscimento della cultura come motore dello sviluppo sostenibile, dopo che, nel settembre del 2000, la comunità internazionale (189 Paesi partecipanti) adottò la Dichiarazione del Millennio delle Nazioni Unite, nella cinquantacinquesima sessione dell’Assemblea Generale dell’ONU. C’è stata, in questi anni, un’accelerazione nella proiezione di scelte responsabili, alimentando la discussione e favorendo l’approfondimento di nuovi approcci per misurare il cambiamento auspicato. Le forme di investimento per la cultura vengono motivate con precisione dalle scelte recenti dell’UNESCO e dell’ICOMOS. L'agenzia ONU per l’Educazione, la Scienza e la Cultura ha individuato nel Terzo Forum Mondiale UNESCO, svoltosi a Firenze, nella prestigiosa sede di Palazzo Vecchio, il ruolo chiave delle città e delle regioni come attori per il cambiamento che riconosce il valore della cultura come motore dello sviluppo – andando oltre una dimensione puramente economica mediante l'espressione culturale, la pratica artistica, la salvaguardia del patrimonio materiale e immateriale, la promozione della diversità culturale, l’urbanistica e l’architettura. Un ruolo avvalorato dai recenti incontri internazionali e da dichiarazioni ad alto livello, come ad esempio la Dichiarazione di Hangzhou "Mettere la cultura al centro delle politiche di sviluppo sostenibile" adottata nel maggio 2013, la Dichiarazione ministeriale del 2013 del dibattito di alto livello del ECOSOC (Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite), e dai due dibattiti tematici sulla cultura e lo sviluppo nell’Agenda post-2015 dell’Assemblea generale della Nazioni Unite di New York, rispettivamente nel giugno 2013 e maggio 2014.

L'Italia del Patrimonio UNESCO

Energeo Magazine sostiene la campagna “L’Italia del Patrimonio UNESCO, la grande Bellezza”, per evidenziare il tema che riguarda il motivo per cui il nostro Paese ha sempre minor peso nei ruoli decisionali dell’UNESCO, nonostante possieda il più grande patrimonio riconosciuto in tutto il mondo. Il progetto è stato promosso dalla Fondazione Patrimonio UNESCO Sicilia e dalla Commissione Nazionale Italiana UNESCO, sulla linea espressa contemporaneamente da ICOMOS Italia, condivisa dal Programma MAB (Man and the Biosphere) avviato dall’UNESCO negli anni ’70 allo scopo di migliorare il rapporto tra uomo e ambiente e ridurre la perdita di biodiversità e dalle aree inserite nel Programma UNESCO Global Geoparks e con l’appoggio dell’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale UNESCO. Insieme questi soggetti propongono un cambio di rotta che dovrà essere avviato con un’azione condivisa per rilanciare l’immagine del patrimonio UNESCO del nostro Paese. Sulla stessa linea si sono schierati in appoggio i promotori del Centro Studi Silvia Santagata - EBLA UNESCO e l’ITKI UNESCO- TKWB (Banca Mondiale Conoscenze tradizionali),rimarcando l'interesse dell'iniziativa a livello nazionale ed internazionale. L’Italia annovera ben 51 siti inseriti dall'UNESCO nella Lista del Patrimonio dell'Umanità, la World Heritage List, su un totale di 1007 siti (beni culturali, naturali e misti) presenti in 191 nazioni del mondo. Sono 13 in Italia e 621 in 120 Paesi le riserve della Biosfera che attivano programmi di ricerca e capacity-building, utilizzando una strategia fondamentale in un
numero sempre più crescente di programmi di intervento delle Nazioni Unite e
di altri attori governativi e non governativi, mentre i territori a cui è stato assegnato il recentissimo riconoscimento UNESCO Global Geoparks dando una maggiore autorevolezza alla Rete che nel nostro Paese, rappresentano 10 caratteristiche aree (120 in tutto il mondo), con l’obiettivo della promozione dell’educazione alle scienze della terra, al fine di favorire uno sviluppo economico sostenibile a livello locale, basato sul patrimonio geologico. In questo elenco sono state inserite nel Network UNESCO delle Città Creative, la lista che unisce ad oggi 116 città di 33 Paesi diversi con obiettivo la creazione di un legame tra città in grado di sostenere e fare della creatività culturale un elemento essenziale per il proprio sviluppo economico. In questo modo si vuole offrire agli operatori locali una piattaforma internazionale su cui convogliare l’energia creativa delle proprie Città, gettando così le fondamenta per proiettare esperienze locali in un contesto globale, con l’obiettivo di promuovere l’industria della cultura. Il circuito annovera la presenza di Bologna (Musica), Torino (Design), Fabriano (Folk Art), Parma (Gastronomia), Roma come Città Creativa per Cinema. Infine il Registro della Memoria del Mondo (Memory of the World) considera l’elenco dei beni italiani iscritti nel Registro del programma creato nel 1992 dall’UNESCO che trae la sua spinta originaria da una crescente presa di coscienza della situazione critica di conservazione e di accesso al patrimonio documentario in varie parti del mondo.



I Beni Italiani inseriti nel Registro della Memoria 
del Mondo sono i seguenti:
- Archivio Storico Diocesano di Lucca 
- Biblioteca Malatestiana di Cesena 
- Collezione della Biblioteca Corviniana 
*(transnazionale con Austria, Belgio, Francia, Germania, Ungheria) 
- Archivio storico dell'Istituto LUCE 
- Collezione dei calendari lunari di Barbanera

ANTICA LUCANIA

UN PROGETTO AMBIZIOSO
Per impostare un progetto forte e strategico occorrerà, comunque, raccogliere, conservare, ordinare e studiare le testimonianze che documentino la storia, l‘economia, il lavoro, la vita quotidiana e familiare, il folklore. i dialetti, gli usi, icostumi, le attività professionali, letterarie. artistiche. religiose, artigiana. agricole e pastorali del popolo che ha vissuto e viva in quell’area che fu la Magna Grecia. L'iniziativa si propone di incrementare la competitività e l'attrattività dei territori, valorizzando e tutelando il patrimonio culturale attraverso la Rete e sistemi di controllo innovativi e riqualificando l'offerta turistica. Prima di procedere occorrerà presentare idee. sviluppare linee guida a tracciare i perimetri delle proposte che dovranno pci sfodera in decisioni fondamentali e strategiche per l’intero territorio dell'Antica Lucania. Dall'alta irpinia, alla Calabria, passando peril Cilento, riconosciuto dali'UNESCO Comunità Emblematica della Dieta Mediterranea dopo la Dichiarazione di Chefchaouen", il progetto Antica Lucania diventa ambizioso: si snoderà attraverso una complessa e articolata attività. una alla costituzione di un network avente come indirizzo un percorso condiviso che dovrà condurre. attraverso una Road Map, “Verso Matera Capitale Europea della Cultura 2019". il progetto Antica Lucania intende promuovano. come fine strategico, soluzioni adottate con successo localmente, attraverso l’innovazione applicata al territorio, in tre ambiti: tecnologico. sociale e culturale, contribuendo a far comprendere e comunicare il significato della "cultura deil’innovazione" unitamente al concetto di "cultura come diritto dell'uomo". muovendosi sulla scia delle recenti declaration dell’UNESCO e dell’lCOMOS di Firenze.

LA MAGNA GRECIA DA RISCOPRIRE
Per impostare un progetto forte e strategico occorrerà, comunque, raccogliere, conservare, ordinare e studiare le testimonianze che documentino la storia, l‘economia, il lavoro, la vita quotidiana e familiare, il folklore. i dialetti, gli usi, icostumi, le attività professionali, letterarie. artistiche. religiose, artigiana. agricole e pastorali del popolo che ha vissuto e viva in quell’area che fu la Magna Grecia. L'iniziativa si propone di incrementare la competitività e l'attrattività dei territori, valorizzando e tutelando il patrimonio culturale attraverso la Rete e sistemi di controllo innovativi e riqualificando l'offerta turistica. Prima di procedere occorrerà presentare idee. sviluppare linee guida a tracciare i perimetri delle proposte che dovranno pci sfodera in decisioni fondamentali e strategiche per l’intero territorio dell'Antica Lucania. Dall'alta irpinia, alla Calabria, passando peril Cilento, riconosciuto dali'UNESCO Comunità Emblematica della Dieta Mediterranea dopo la Dichiarazione di Chefchaouen", il progetto Antica Lucania diventa ambizioso: si snoderà attraverso una complessa e articolata attività. una alla costituzione di un network avente come indirizzo un percorso condiviso che dovrà condurre. attraverso una Road Map, “Verso Matera Capitale Europea della Cultura 2019". il progetto Antica Lucania intende promuovano. come fine strategico, soluzioni adottate con successo localmente, attraverso l’innovazione applicata al territorio, in tre ambiti: tecnologico. sociale e culturale, contribuendo a far comprendere e comunicare il significato della "cultura deil’innovazione" unitamente al concetto di "cultura come diritto dell'uomo". muovendosi sulla scia delle recenti declaration dell’UNESCO e dell’lCOMOS di Firenze.

TERRE DAL CUORE CALDO
IL VALORE DI UN IMPEGNO

Terre dal cuore caldo, il valore di un impegno
L'Associazione Geoturistica Terre dal Cuore Caldo, ideata dal periodico Energeo Magazine, coinvolge le tante aree di origine vulcan|ca, nel nostro Paese. Molte vantano il s|gillo UNESCO e sono riconosciute come Patrimonio dell’Umanità. Il progetto di aggregare e mettere in rete i territori dalla struttura morfologica comp|essa d| origine vulcanica nacque in occasiona del Salone del Gusto di Torino, lo scorso ottobre 2014. L’Associazione “Terre dal Cuore Caldo” è stata presentata ufficialmente a Firenze, il 14 maggio 2015, in concomitanza di EXPO 2015, al Centro Congressi del Grand Hotel Mediterranea.il progetto è stato promosso da Co.Svi.G. (Consorzio per lo sviluppo delle Aree Geotermiche dle|la Toscana), insieme ad Energeo Magazine, coinvolgendo la fondazione del Patrimonio UNESCO Sicilia, la Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus, |'Ente Parco Nazionate del Vesuvio ,I’Ente Parco dei Castelli Romani, il Parco dei Colli Euganei || Parco de||’Etna, || Parco Nazionale del Cilento, | comuni de||e |so|e Eo|ie o|tre a numerose realtà de||a Campania (Cooperativa Mefitis Val|o di Diano, Pro loco di Rocca San Falice e l'Associazione Dieta Mediterranea Ancel Keys di Pioppi, nel Cilento. E poi ancora i comuni della Valsesia, del novarese e del bie||ese (Va|sessera) interessati da||a presenza de| Supervucano, riconosciuto come UNESCO G|obal Geopark e tutti i Comuni che sorgono sui suoli vu|canici.

Un grande progetto da nord a sud
| promotori del progetto. che rappresentano tanti caratteristici luoghi della penisola. formidabili laboratori dove e possibile imparare le Scienze della erra. hanno annuncrato. Il 18 giugno 2015. sottoscrivendo l’atto di costituzione del sodalizio nella prestigiosa vetrina dello spazio cluster Bio Mediterraneo ad Expo, la nascnta dell'organizzazione geoturistica. Dopo la firma dell'Atto costitutivo sono stati messi a fuoco altre iniziative destinate in futuro alla. realizzazione delle finalità istituzionali per favorire la conoscenza e l'uso integrato delle eccellenze offerte dal territorio. anche promovendo la cooperazione a livello europeo e internazionale. Dopo una prima fase di rodaggio l‘Associazione aderirà a RES Tipica ANCI. adottando il Manifesto dei Valori (www.restipica.net) della stessa. i promotori si faranno garanti delle esigenze di tutti i partner locali, rappresentanti di un territorio atipico. in cui si manifestano emissioni di fluidi o gas allo stato secco, nonché di luoghi dove sono presenti sorgenti di acqua calda di origine profonda. Il progetto.; intende stimolare possibili azioni di sviluppo, di promozione delle eccellenze locali e favorire una più approfondita conoscenza sulla “fenomenologiadel territorio”. promuovendo studi e ricerche. realizzazione di documentari e di materiale didattico.

La sede amministrativa a Firenze
L' Associazione ONLUS TERRE DAL CUORE CALDO, finalizzata alla promozione e valorizzazione dei territori di origine vuicanica sparsi in tutta Italia, delle Alpi alla Sicilia. ha la sede amministrativa a Firenze in via Vincenzo Bellini 58. il Consiglio Direttivo e composto da 7 membri scelti tra | promotori dell‘iniziativa. In una fase successiva sarà nominato anche il Comitato Scientifico. L'Assemblea dei Soci sarà ospitata dal Centro Congressi del Grand Hotel Mediterraneo. storico partner del progetto (www.hotelmediterraneo.eoml. All‘unanimità e stato scelto come presidente della neonata Associazione d'ldenùtà il professor Aurelio Angelini. da oltre un trentennio docente umversdnrio dell’Università di Palermo dove insegna sociologia dell'Ambiente e del Territorio ed Ecologia. Angelini ricopre un ruolo importantissimo in seno alla ONI UNESCO, dove e coordinatore del DESS (Decennio Onu di Educazione allo Sviluppo sostenibile). nonchè direttore della Fondazione patrimonio UNESCO Sicilia; per la stessa istituzione ha promosso il coordinamento dei 43 Comuni UNESCO dell' isola. A lui e affidato il compito di evidenziare. sull'esempio dei tre vulcani attivi iscritti nella World Hentage List (Etna. Stromboli e Vulcano) e dei vari fenomeni di vulcanismo secondario che si verificano sull'isola. la possibilità di far ottenere il sigillo UNESCO anche ad altri territori con caratteristiche simili. il Vesuvio. vulcano in quiescenza,, riconosciuto come riserva della biosfera. e iscritto nell'elenco MAB UNESCO; nei quattro elenchi (World Heritage List. Patrimonio lmmateriale UNESCO, Riserve della Biosfera MAB e la rete UNESCO Global Geoparks ) e iscritto il Parco del Cilento del Vallo di Diano e degli Alburni, le cui coste. che si affacciano sul mar îìrreno. a 70 km dalle isole Eolie e a 150 km dal golfo di Napoli. sono minacciate del vulcano sottomarino Marsili. definito una vera e propria cintura di fuoco immersa negli abissi. Alia rete dei Geoparchi europei (che fa parte a sua volta di quella mondiale) aderiscono anche l'area del Supervuicano che fa parte del Sesia-Val Grande Geopark e il "Tuscan Mining Geopark” che rappresenta, invece. uno degli aspetti naturalistici dell‘area geotermica della Toscana e della vicina maremma.

La partnership con Slow Food
Il sodalizio si propone di collegare e mettere in rete esperienze culture, stili di vita e risorse. stimolando azioni per la salvaguardia e la qualificazione deii territori con il coinvolgimento delle popolazioni locali. Senza trascurare la conservazione, la tutela, la conoscenza dei valori culturali e pedagogici di questi luoghi dalla tipica morfologia di origine vulcanica, compreso quelli in cui si manifestano fenomeni di natura geotermica o di emissioni di altri gas provenienti dal suolo. Carlin Petrini, fondatore di Slow Food, che ha condiviso fin dal primo momento ii progetto, da lui ritenuto “particolarmente innovativo”, non ha fatto mancare al momento della costituzione dell‘Associazione il suo messaggio beneaugurale. Alla base di questa iniziativa c’è la stretta collaborazione con la Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus, con l’organizzazione internazionale Slow Food e con l'UNESCO, attraverso il programma DESS (Educazione allo Svituppo Sostenibile) promosso dall'0NU. E c’è il ruolo assunto dai Co.Svi.G.,insieme a Slow Food Toscana e alla Fondazione, per riscoprire e conservare la diversità del patrimonio gastronomico ragionale e contrassegnare cibi e piatti "a rischio estinzione”, coordinando numerosi progetti a sostegno delle comunità di Terra Madre (Presidi. Mercati delta Terra, Orti). La dinamica struttura consortile, la cui area di competenza si allarga all'Amiata, alcuni anni fa, costituì la prima Comunità del cibo ed energia pulita e rinnovabile al mondo. La Comunità toscana, che fa parte di Terra Madre, la rete delie Comunità del Cibo promosse da Slow Food, di cui condivide e promuove la filosofia del “Buono, Pulito e Giusto”, opera nel settore agroalimentare e insiste sui metodi di produzione oltre che sui prodotti.



Il sostegno dell'UNESCO
"Sosteniamo questa iniziativa spiega il professor Giovanni Puglisi, presidente della Commissione Nazionale Italiana per l‘UNESCO perché, a partire dai paesi alle falde dell’Etna, definito dall‘UNESCO come uno dei vulcani ”più emblematici e attivi del mondo", i crateri, le ceneri, le colate e le grotte di lava, fanno di questi comprensori una destinazione privilegiata perla ricerca e l'educazione, continuando ad avere un ruolo importante, capace dl influenzare la vulcanologia. la geofisica e altre discipline di scienza della terra”. I progetti sono condivisi dalla ONI UNESCO che riconosce e tutela ialari culturali. scientifici e pedagogici di quei territori di importanza mondiale. dalla tipica morfologia di origine vulcanica. compresi quelli in cui su manifestano fenomeni di natura geotermica o di emissioni di altri gas allo stato secco. provenienti dal suolo, nonché i luoghi dove sono presenti sorgenti di acqua calda di origine profonda, poste in relazione con i fenomeni del vulcanismo. Questo progetto è mirato a far conoscere. con l'aiuto di qualificati esperti, le peculiarità di questa vera e propria spina dorsale che dalle Alpi alla Sicilia unisce l'Italia ricollegando esperienze, culture e risorse, stimolando azioni perla salvaguardia e valorizzazione, con il coinvolgimento delle popolazioni locali.

Gli stili di vita e la Dieta Mediterranea
L'iniziativa. che ha per claim "Vulcani, Sapori, Saperi e Stili di Vita”, dopo aver delineato i contorni dell’ Associazione geo-turistica di Identità, mira ora a creare un "percorso di Rete" tra territori dalla struttura morfologica complessa di origine vulcanica, al tina di condividere la preziosa opportunità di presentare e promuovere le proprie realtà e i territori di appartenenza. L’Associazione ha l’obiettivo di utilizzare il turismo come mezzo di sviluppo locale equo e sostenibile e di favorire la conservazione ambientale. Da nord a sud, vuole promuovere le tradizioni, la cucina ela spettacolare natura di questi territori. Crateri, ceneri. colate e grotte di lava. fumarole e sofiicni di vapore fanno di questi comprensori una destinazione privilegiata. L’obiett vo e quello di promuovere un inedito e straordinario circuito turistico. nel quale e possibile osservare scenari nuovi ed inconsueti. di suggestiva bellezza. I percorsi geoturistici, segnalati e sicuri. sono accessibili a tutti, a piedi, in fuoristrada o in mountain bike, tra vallate ricoperte di lava e sassi. foreste di castagni, faggi. pini e prati in tìore. lungo i quali si può andare alla scoperta di tutti quei prodotti tipici che poche altre terre possono offrire ai viaggiatoridel gusto.

FENOMENOLOGIA
DEL TERRITORIO

Il grande valore culturale dei Geoparchi
La tutela del patrimonio geologico è necessaria per riconoscere le tappe evolutive della storia del nostro pianeta "scritte nelle sue profondità e sulla sua superficie, nelle rocce e nel paesaggio" (Dichiarazione Internazionale della Memoria della Terra, 1991). La fenomenologia del territorio deve essere intesa come campo di ricerca, indagine e conoscenza, ma anche come descrizione analitica e scientifica dei fenomeni che rappresentano gli aspetti inconsueti del territorio. Spazi insoliti che si ritrovano nei Geoparchi che possiedono un patrimonio geologico particolare, di grande rilevanza scientifica per il suo valore archeologico, ecologico o culturale. Caratteristiche che possono essere strategiche per lo sviluppo sostenibile. Questi autentici scrigni del patrimonio naturalistico possono comprendere un certo numero di siti geologici di particolare importanza nei termini di qualità scientifica, rarità, richiamo estetico o valore educativo. L’UNESCO, recentemente, ha ufficializzato una nuova etichetta dell’ONG, la UNESCO Global Geoparks, perché considera i geoparchi come territori che rappresentano un campo di ricerca della storia di 4.600 miliardi di anni di vita del pianeta Terra e degli eventi geologici che hanno dato luogo alla sua trasformazione. Per il loro immenso valore naturalistico e per il ruolo svolto nella promozione di uno sviluppo sostenibile e per la tutela e valorizzazione del territorio, i geoparchi hanno meritato l’attenzione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, come segno di riconoscimento planetario e di eccellenza, sinonimo di protezione ambientale e di sviluppo. I contorni di questa nuova azione dell’UNESCO ci faranno conoscere antichi cambiamenti climatici e potranno aiutare le comunità locali a prevenire pericoli come terremoti, tsunami ed eruzioni vulcaniche. UNESCO Global Geoparks mira, altresì, a potenziare la tutela della geodiversità e la promozione della salvaguardia, dell'educazione e delle best practices applicate in particolar modo al geoturismo. Insieme ai siti del patrimonio dell'umanità e al programma MAB (Man and the Biosphere Reserves), UNESCO Global Geoparks forma un insieme di strumenti per lo sviluppo sostenibile portando un grande contributo alla realizzazione delle azioni avviate per il 2030, combinando prospettive sia globali che locali. Energeo Magazine condivide, con il coordinamento dei Geoparchi italiani, la promozione dei dieci Geoparchi italiani, di cui quattro inseriti nell’Associazione Geoturistica Terre dal cuore Caldo, ora rivitalizzati da questo importante riconoscimento, ma anche l’individuazione di nuove aree idonee per stimolare nuove candidature in considerazione che il brand UNESCO attrae i territori, consapevoli che questo prezioso patrimonio viene troppo spesso percepito come semplice monumento della natura, singolarità geologica, mentre la condivisione della sua conoscenza e la sua fruizione possono trasformarlo in risorsa scientifica ed economica: un formidabile laboratorio di educazione ambientale, un inedito e straordinario circuito turistico.

L’Italia è al primo posto in Europa
Questa nuova qualifica internazionale da parte dell’UNESCO formalizza la stretta relazione con i geoparchi, stabilita fin dal 2001. Da allora i Geoparchi inclusi nella rete globale sono cresciuti fino ad includere 120 siti in tutto il mondo. Questi sono diventati uno strumento sempre più importante per coinvolgere gli stati membri e le loro comunità nelle scienze naturalistiche e nella salvaguardia geologica. Con i suoi dieci Geoparchi riconosciuti dall’UNESCO, l’Italia è al primo posto in Europa e al secondo posto nel mondo, dopo la Cina, per numero di riconoscimenti. La “new entry“ è il Parco del Pollino, la cui iscrizione è avvenuta al termine della tredicesima conferenza Europea dei Geoparchi tenutasi dal 3 al 6 settembre nel Geoparco di Rokua in Finlandia. Il Parco nazionale del Pollino, entra così a pieno titolo a far parte della Global Geoparks UNESCO che si arricchisce così della presenza del territorio calabro-lucano, che diventa il decimo geoparco italiano. La Rete Europea dei Geoparchi ha riunito una settantina di territori appartenenti a 23 diversi Paesi Europei che, sotto l’egida dell’UNESCO, lavorano insieme in maniera attiva e dinamica attraverso una rete di sinergie volte alla tutela e valorizzazione della geodiversità e alla promozione dell’educazione allo sviluppo sostenibile. In un contesto simile non può mancare un percorso di divulgazione culturale ad ampio spettro che abbraccia soprattutto gli aspetti geologici ed archeologici legati ai territori, recentemente riconosciuti siti di particolare interesse geologico, i “geositi”. L’individuazione dei geositi offrirà numerose opportunità: dalla valorizzazione e conservazione del patrimonio geologico, alla promozione del territorio comunale, integrando la conoscenza di questi fenomeni naturali nei dati nella pianificazione territoriale. In questo modo si potenzia l’attrattiva esercitata dal territorio e quindi dell’offerta turistica, con la possibilità di implementare i posti di lavoro attraverso servizi collegati con l’attività turistico-didattica, la cui offerta dovrà essere potenziata.

La storia del territorio raccontata dai cantori locali
Energeo Magazine, il periodico che il termine “geo” ce l’ha nel DNA, inserito nel logo della testata, aiuterà nella lettura dei territori, organizzando una rubrica fissa nel periodico, partendo dagli aspetti geografici e paesistici, agli aspetti geologici e ambientali, e i cosiddetti effetti speciali creati dalla terra attraverso l’acqua, l’aria e il fuoco. I nostri esperti ci aiuteranno ad imparare a conoscere ciò che ci circonda, per avvicinarci alle esigenze del territorio, inteso come bene culturale e ambientale da tutelare. L’analisi del linguaggio di parole sconosciute ci aiuterà a semplificare la lettura di queste pagine. La rubrica non è diretta a esperti, ma divulgativa. Si tratta di un patrimonio culturale locale, storie che Energeo racconterà anche con l’aiuto di cantori e scrittori locali, appassionati e testimoni di storia antica. La testata giornalista che da sempre sta dalla parte dei territori, vuole far incontrare, conoscere e promuovere gli autori locali, protagonisti di un’editoria minore, che sostengono, a volte con grandi sacrifici, i costi per la stampa di libri di particolare interesse, inerenti il loro territorio. Racconteremo storie di brigantaggio e di culti antichi, di lupi mannari e divinità italiche come quelle delle acque presso fiumi e sorgenti. Nel nostro Paese c’è un autentico giacimento di storia ancora avvolta nel mistero e tantissime tracce che riportano agli uomini dell’età della pietra, graffiti paleocristiani e insediamenti rupestri, totem del periodo neolitico, ma anche tanti aspetti non ancora indagati che rappresentano l'eventuale rapporto tra culti e i riti di transizione quale la transumanza, che costituiva il passaggio delle greggi ai nuovi pascoli stagionali.

DIETA MEDITERRANEA

Un modello alimentare sano ed equilibrato fondato prevalentemente su cibi di origine vegetale e sul loro consumo diversificato e bilanciato, che viene tramandato di generazione in generazione. Dal novembre 2010 la dieta mediterranea è stata iscritta nelle liste del patrimonio culturale dell’umanità dell’UNESCO. Un traguardo storico per la nostra tradizione alimentare e culturale. Dalla tavola ai laboratori dei centri di ricerca internazionali. Le più recenti evidenze scientifiche rendono onore alle grandi intuizioni di Ancel Key, il nutrizionista americano padre della Dieta mediterranea che, per circa 40 anni, visse e lavorò a Pioppi, nel Cilento, dove ebbe l’opportunità di studiare sul campo gli effetti benefici dell’alimentazione sulla salute della popolazione locale. Diabete, ictus e infarto, malattie renali, Alzheimer, malattie neurodegenerative, cancro. Sono alcune delle patologie che è possibile contrastare grazie ai principi che sono alla base della Dieta Mediterranea, dichiarata dall'Unesco “Patrimonio immateriale dell'umanità”. Il prestigioso riconoscimento dell’organizzazione delle Nazioni Unite ma va oltre il concetto di cibo sottolineando la valenza sociale, economica, ambientale e culturale di questo modello alimentare, espressione dell’intero sistema storico e culturale del Mediterraneo. Tutto si basa sul consumo di cereali integrali, legumi, di ortaggi e di frutta, pochissima carne, sull’impiego dell’olio extravergine d’oliva, modiche quantità di vino rosso, erbe aromatiche e peperoncino. Più che da singoli alimenti, la Dieta è caratterizzata da una combinazione perfettamente bilanciata fra essi, con una prevalenza di proteine e grassi di origine vegetale, fibre, vitamine, sali minerali. Una straordinaria farmacia in dispensa. Lo aveva intuito Keys nel secolo scorso, lo confermano oggi gli studi più avanzati dei centri di ricerca del mondo: esiste un preciso rapporto fra abitudini alimentari ed incidenza di patologie gravi. Dieta (dal latino diaeta, dal greco dìaita) significa “stile di vita”. Ancor prima di Key, Ippocrate (460 a.C. - 370 a.C.), il padre della medicina aveva raccomandato: “ Fa che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo”, sottolineando l’importanza dell’alimentazione nella prevenzione e nella cura delle malattie. Oggi il rapporto tra Cibo e Salute è dimostrato da dati scientifici e statistici. Energeo Magazine ha avviato una sinergia con la Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU), la Società scientifica senza scopo di lucro che riunisce studiosi e esperti di tutti gli ambiti legati al mondo della nutrizione, al fine di divulgare le tematiche su “Alimenti e Dieta: innovare la tradizione”, affrontate a Firenze durante il XXXVI Congresso Nazionale da esperti di molte nazioni che rappresentano più di un terzo della popolazione mondiale. In questo contesto è emerso, infatti, che la dieta, se scorretta, può essere una delle principali cause di malessere, al contrario, se sana ed equilibrata, può essere preventiva e terapeutica nei confronti di una serie di patologie. Non meno importanza riveste la preparazione del cibo, importante tanto quanto la genuinità degli alimenti utilizzati. Lo stesso alimento modifica le sue proprietà a seconda dei metodi di cottura e di come viene associato con altri alimenti.

LA DIETA DELLA MERAVIGLIA

Gli alimenti che stanno alla base della dieta mediterranea, essendo ricchi di sostanze antiossidanti, riescono a combattere l’azione dei radicali liberi, principali responsabili dello stress ossidativo dell’organismo e dell’invecchiamento, svolgendo una funzione protettiva del sistema cardiovascolare (aterosclerosi, ipertensione, infarto, tramite riduzione della ossidazione del colesterolo LDL) e preventiva nei confronti di tumori (pancreas, apparato digerente, prostata, seno, fegato, pelle), di malattie degenerative del sistema nervoso centrale (Alzheimer, Parkinson), dell'osteoporosi, di alcune forme di diabete; della degenerazione maculare senile, della infertilità maschile e dell'invecchiamento della pelle. L’inclusione dell’olio extravergine di oliva e della frutta secca, in particolare le noci, ha un ruolo fondamentale nel migliorare la memoria e nella prevenzione dell’Alzheimer. Non basta: la Dieta Mediterranea contrasta efficacemente anche le malattie cronico-neurodegenerative attraverso gli antociani, di cui i prodotti della dieta mediterranea sono ricchi: si trovano nei mirtilli, nelle melanzane, nelle pesche, nelle arance e nelle ciliegie, nell’uva nera. Spinaci, carote, zucchine, melanzane forniscono alte quantità di potassio, ferro, betacarotene, vitamina C e vitamina E. Le fibre contenute nei vegetali migliorano il transito intestinale, favorendo l’espulsione delle tossine. La sostituzione nella dieta dei grassi saturi (in genere di origine animale) con i monoinsaturi ed i polinsaturi (generalmente di origine vegetale), si accompagna ad una riduzione dei valori del colesterolo nel sangue. Fin dai tempi di Ancel Keys si sapeva che l’incidenza di malattie cardiovascolari era notevolmente inferiore nelle popolazioni del mezzogiorno d’Italia rispetto agli abitanti degli Stati Uniti e dei Paesi nordici, dove si consumano molti grassi animali e pochi oli vegetali. Oggi la scienza ha dimostrato l’esistenza di un'associazione diretta tra dieta ricca di acidi grassi saturi e aumentati livelli di colesterolo LDL, il cosiddetto colesterolo cattivo, di cui sono note le temibili conseguenze (malattie cardiovascolari, infarto miocardico e ictus). Molti dati sottolineano, al contrario, l'effetto protettivo, contro le suddette patologie, degli acidi grassi monoinsaturi (come l’acido oleico contenuto nell’olio d’oliva) e di quelli polinsaturi. La correlazione tra colesterolo e grassi saturi risiede nel fatto che questi trigliceridi sono fondamentali per il trasporto del colesterolo, formano infatti le lipoproteine che trasportano i lipidi e il colesterolo nel sangue. Lo dimostra uno studio condotto su 48 persone, maschi e femmine, residenti in zone rurali dell’Italia meridionale, con un regime alimentare tipicamente mediterraneo (Anna Ferro-Luzzi, MD, Pasquale Strazzullo, MD, Cristina Scaccini, PhD, Alfonso Siani, MD, Stefania Sette, Maria Antonietta Mariani, Paolo Mastranzo, Rita M. Dougherty, BA, Hames M. Iacono, PhD, Mario Mancini, MD).

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Prof. Pasquale Strazzullo
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Contursi Terme - Convegno 23 aprile 2016
Nasce l'Associazione onlus "Antica Lucania"
Triangolo della lunga vita

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Il Canale Cavour, realizzato all’indomani dell’Unità d’Italia per portare beneficio alle popolazionirurali stremate dalle devastazioni delle guerre del 1845 e 1859.

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Figlio d’arte, debuttò nel 1974 sul tracciato del Palio a Siena, trovandosi come antagonista suo padre Eletto Alessandri, detto Bazza per via del mento pronunciato, un vero campione sui campi di gara

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La parola ai nutrizionisti ...

Allo IUAV - Patrimonio UNESCO:
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Dal TG3 Veneto del 03/03/2017

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